O sei un poeta o sei uno scrittore, o versi o storie, devi scegliere da che parte stare e così anche l’arte diventa vittima delle classificazioni umane. O uomo o donna, o dei nostri oppure straniero e via dicendo. L’unica classificazione a cui mi sento di rispondere è quella che ci divide in vivi o m*rt* e noi viviamo e come esseri viventi…

La poesia è inutile, finiti quei componimenti poetici che raccontavano della vita e dei giorni. Come farebbe oggi un poeta a trovare ispirazione quando si vive in città, racchiusi tra le auto e i nostri palazzi, immersi nel continuo scorrere rumoroso dell’esistenza intorno a noi? Come può la poesia che viene da un mondo così antico descrivere ciò che ci circonda, parlare dei nostri problemi oppure narrare della bellezza di un panorama…

Non c’è più nessuno che legge e tantomeno oggi, con tutte le possibilità offerte dalla tecnologia e dal mondo che ci circonda chi vuoi si metta lì a sfogliare le pagine? In Italia poi ancora peggio, non c’era chi leggeva prima figuriamoci adesso. Queste sono alcune delle affermazioni che sento parlando con gli altri…

Ci troviamo a scegliere cosa vogliamo portare con noi verso il futuro e vorrei tanto scegliere la poesia perché essa è giunta fino a noi per concessione gentile di chi è venuto prima, perché qualcuno ha deciso che quei versi dovevano rompere il tempo, arrivare fino a noi, essere letti…

Leggere mi annoia e scrivere è un’attività ormai arcaica, passata come tutto ciò che abbiamo alle spalle. Che triste la figura di questo scrittore che seduto batte i tasti riempiendo fogli e fogli di parole. I libri non sono null’altro che mucchi di virgole e punti, lettere quasi ormai senza più senso…

Ma chi te lo fa fare di continuare a scrivere quando la vita scorre fuori dalla finestra? Il mondo è pieno di possibilità e tu te ne stai dietro ad una scrivania a perdere tempo. Non sapete quante volte ho ascoltato questa affermazione da persone che certamente erano preoccupate dal modo in cui spendevo le mie ore…

Quali sono le difficoltà che s’incontrano dopo la pubblicazione di un libro? Questa è una domanda molto interessante e per dare risposta farò appello alla mia esperienza. Innanzitutto è necessario capire quale canale avete scelto per la pubblicazione: se vi siete avvalsi di una casa editrice o avete invece deciso per la pubblicazione autonoma, ancora diversa è invece la situazione in cui il vostro libro è stato scelto da una casa editrice, in questo caso diverse dinamiche entrano in gioco…

Ma si può vivere di scrittura? E soprattutto lo si può fare senza l’aiuto di una casa editrice? Per rispondere a queste domande è necessario prendere in considerazione diversi aspetti del nostro vivere quotidiano e di ciò che vuol dire essere uno scrittore autonomo…