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L'avvocato e il vento.

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🇮🇹 🇺🇸Bilingual content: Italian first, English followsGianni Agnelli e il mare: ritratto di una libertàUn taglio spiccatamente “marino” valorizza perfettamente l’unicità teatrale e naturale di Gianni Agnelli: l’uomo libero, agile e insieme carismatico, che lasciava il segno a bordo quanto a terra. La barca diventa la sua vera passerella, lo spazio dove la sua leggendaria disinvoltura — anche con un semplice asciugamano — si componeva con la natura, l’adrenalina, la leggerezza e l’effimera bellezza del vento.Agnelli e la barca, sintesi di disinvolturaA bordo, Agnelli incarnava la libertà assoluta: era famoso per i suoi bagni improvvisati in mare anche vestito solo di jeans e per l’insofferenza alle formalità persino in presenza di ospiti illustri. Un asciugamano, a volte nemmeno quello e l’aria scandita da battute fulminanti. Bastava la sua presenza per conferire “icona” a una scena marinara semplice, in cui ogni gesto — lo spruzzo del mare, la postura sul timone, la scelta di mollare la barca all’istante se annoiato — diveniva leggenda.“Sto arrivando”, annunciava, e quella macchina perfetta che erano i suoi marinai si metteva in moto, con qualsiasi tempo, a qualsiasi ora. Così lo ricorda Alfredo Alocci, che fu il suo capomarinaio per trentacinque anni e che raccolse in un libro la testimonianza di un “grande amore per il mare” fatto di partenze improvvise, bonacce fuggite, vento cercato con l’istinto di chi sa che quella sarà la giornata giusta.Un giorno, al largo di Corfù, Agnelli si avvicinò a uno Swan in difficoltà. Il comandante urlò di non avvicinarsi troppo. L’Avvocato rispose tranquillo, poi chiese se avessero bisogno di aiuto. La risposta fu un gesto eloquente. Agnelli sorrise: “Bene. Con questo vento oggi c’è da divertirsi”. E riprese il largo.Il mare come destino estetico e culturaleAgnelli non amava la barca per la contemplazione; cercava vento e adrenalina, manovrando spesso in condizioni difficili e scegliendo sempre la velocità come cifra stilistica. Le sue barche — Agneta, Capricia, Extra Beat, Stealth — sono oggetti di stile e di tecnica, fatte costruire secondo richieste ardite e dettagli anticonvenzionali.Agneta, lo yawl di venticinque metri disegnato dallo svedese Knud Reimers che tenne dal 1959 al 1984, aveva vele rosso cupo — color vinaccia, dicevano alcuni — in anni in cui tutte le barche navigavano rigorosamente con vele bianche. Lo scafo color mogano, gli alberi in spruce, la coperta in teak: Agneta era un manifesto di eleganza anticonformista, tenuta per venticinque anni come si tiene un vestito perfetto che non passa mai di moda.Capricia, progettata dallo studio Sparkman & Stephens e costruita in Svezia nel 1963 interamente in legno — quercia bianca per la struttura, mogano per il fasciame, teak per la coperta — vinse il Fastnet in tempo reale nello stesso anno. Agnelli la tenne fino al 1993, quando la regalò alla Marina Militare che ne fece una nave scuola. Ma quando vendette la barca che l’aveva preceduta, Extra Beat, impose al nuovo armatore una sola condizione: non venire mai a navigare in Mediterraneo. Il Mare Nostrum era il suo, e non tollerava sovrapposizioni.Extra Beat era stata costruita in Germania nel 1988 dal cantiere Abeking & Rasmussen su progetto di German Frers: trentasei metri di lunghezza, albero di quarantanove metri. Mai prima uno scafo aveva avuto un timone così grande in alluminio e carbonio, né la capacità di pompare sei tonnellate d’acqua nei serbatoi di zavorra da un lato all’altro in meno di sessanta secondi. Era tecnologia pura, velocità allo stato liquido.Ma fu con Stealth che Agnelli tradusse definitivamente in materia la sua ossessione per la velocità. Nel 1996 chiamò ancora German Frers e gli disse: “La barca sarà nera e si chiamerà Stealth. Voglio semplicemente divertirmi e provare piacere nel navigarla. E la voglio finita entro sei mesi!”. Il nome venne dall’aereo da guerra invisibile ai radar, tutto nero: Agnelli voleva il nome e il colore di quell’arma che era tecnologia. Ventisei metri in carbonio, albero di trentasei metri, unico vezzo la coperta in teak. I carichi sullo scafo a quindici nodi erano due volte e mezzo superiori a quelli di uno yacht normale. Nel 1998 Stealth stabilì il record Marsiglia-Cartagine con una media di 15,77 nodi, un primato che resiste ancora oggi. Nel 2001 vinse il Fastnet e la Jubilee Regatta attorno all’isola di Wight con un equipaggio stellare condotto da Ken Read. Agnelli non era a bordo e non partecipò alla premiazione al Royal Yacht Squadron, che se ne offese. Ma l’Avvocato non aveva bisogno di trofei: aveva già vinto quando la barca aveva toccato l’acqua.Storie, aneddoti, icone del MediterraneoSui suoi yacht, vestiva di nulla, serviva acciughe e champagne a signore abituate alle cene di gala, improvvisava ricette con pescato fresco, e animava regate e traversate con una naturale teatralità ...
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