Page de couverture de Max Hoffman: Come Trasformare i Sogni in Auto Leggendarie.

Max Hoffman: Come Trasformare i Sogni in Auto Leggendarie.

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🇮🇹🇺🇸 Bilingual content: Italian first, English followsQuando pensiamo ai modelli più iconici della storia dell’automobile, immaginiamo ingegneri geniali o designer visionari. Raramente ci soffermiamo su chi, in silenzio, ha saputo leggere i desideri del pubblico prima ancora che il pubblico li esprimesse. Uno di questi uomini è stato Max Hoffman, importatore austriaco naturalizzato americano, che negli anni ‘50 e ‘60 riuscì a orientare i grandi marchi europei verso creazioni leggendarie.Le Origini: Da Vienna alle CorseMaximilian Edwin Hoffman nacque a Vienna il 12 novembre 1904, da madre cattolica e padre ebreo. Il padre gestiva inizialmente un negozio di alimentari che trasformò in un’attività manifatturiera, producendo macchine da cucire e biciclette. Ma il giovane Max aveva nel sangue qualcosa di diverso: la passione per la velocità.Fin da giovane, Hoffman iniziò a correre con auto e motociclette. Divenne pilota ufficiale per Amilcar in Francia, acquisendo un’esperienza diretta delle automobili che andava ben oltre la semplice vendita. Nel 1934, a soli trent’anni, decise di ritirarsi dalle competizioni per fondare “Hoffmann & Huppert”, diventando uno dei primi importatori europei per marchi come Volvo, Rolls Royce, Bentley, Delahaye e Talbot.La Fuga dall’Europa e il Nuovo InizioMa la storia di Hoffman prende una svolta drammatica. Le origini ebraiche del padre lo rendevano un bersaglio nell’Austria degli anni ‘30. Con l’ascesa del nazismo, Hoffman fu costretto a fuggire, lasciandosi tutto alle spalle. Arrivò negli Stati Uniti in cerca di salvezza, e lì - come tanti emigranti - dovette ricominciare da zero.Nel 1947, in un’America affamata di novità dopo la guerra, Hoffman aprì “Hoffman Motors” a New York. La sua prima conquista fu Jaguar, di cui divenne importatore esclusivo dal 1948 al 1952. Ma era solo l’inizio.Il Genio dell’AscoltoQuello che rendeva Hoffman diverso da qualsiasi altro importatore era la sua capacità unica: ascoltava. Passava le giornate nei suoi showroom eleganti, conversando con clienti facoltosi, capendo cosa desideravano, cosa mancava nel mercato americano. E quello che scoprì fu rivoluzionario.Gli americani, soprattutto in California, volevano auto sportive europee, ma con caratteristiche specifiche: più accessibili, più semplici, più adatte al clima e allo stile di vita americano. Hoffman non si limitò a vendere ciò che i costruttori europei producevano. Fece qualcosa di più audace: disse loro cosa dovevano costruire.Le Auto LeggendariePorsche 356 SpeedsterFu lui a convincere Porsche a realizzare la 356 Speedster: un’auto più semplice, più sportiva e più economica, pensata per il mercato californiano, affamato di modelli scoperti. Hoffman capì che i giovani americani volevano l’essenza della sportività tedesca, senza fronzoli né comfort superflui. Volevano il vento tra i capelli e prestazioni pure. Senza quella visione, forse non avremmo avuto una delle icone assolute della sportività tedesca, un’auto che oggi vale cifre astronomiche e rappresenta l’età dell’oro delle sportive leggere.Mercedes-Benz 300 SL “Ali di Gabbiano”Nel 1952, Hoffman ottenne i diritti esclusivi di importazione per Mercedes-Benz nella costa orientale degli Stati Uniti. Ma non gli bastava vendere le berline di lusso tedesche. Hoffman suggerì - anzi, convinse - Mercedes-Benz a costruire una coupé speciale basata sulla W194 da corsa, che sarebbe diventata la 300 SL “Ali di gabbiano”, una delle auto più desiderate al mondo.La 300 SL debuttò al New York Auto Show del 1954 e fu una rivelazione. Con le sue iconiche porte ad apertura verso l’alto, il telaio spaceframe innovativo e il motore a iniezione diretta, rappresentava il perfetto connubio tra tecnologia da competizione e fascino stradale. Hoffman ne ordinò mille esemplari prima ancora che Mercedes iniziasse la produzione. Fu un azzardo che pagò enormemente.BMW 507 e la Rinascita di BMWFu anche un interprete decisivo per BMW. Nel 1954, quando BMW stava appena riprendendo la produzione automobilistica dopo la guerra, Hoffman li spinse a sviluppare una roadster sportiva, la BMW 507, come alternativa più accessibile alla 300 SL. Sebbene la 507 non raggiungesse mai il successo commerciale sperato (era comunque costosa), divenne un’icona di design e dimostrò che BMW poteva competere nel segmento delle sportive di lusso.Ma l’influenza di Hoffman su BMW non finì lì. Fu strumentale nello sviluppo della serie BMW 2002 negli anni ‘60, l’auto che praticamente definì il concetto di “berlina sportiva” e che stabilì BMW come marchio premium negli Stati Uniti. Hoffman rimase importatore esclusivo BMW fino al marzo 1975, mantenendo questo rapporto più a lungo di qualsiasi altro.Un Portfolio StraordinarioOltre a questi capolavori, Hoffman importò negli Stati Uniti anche Alfa Romeo, Fiat, Austin-Healey, e molti altri marchi europei. Il suo showroom sulla ...
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