Padri Separati condannati da un sistema giudiziario medievale
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“Se sei un padre separato, probabilmente conosci già la sensazione di essere colpevole fino a prova contraria.”
Nel nostro ordinamento, la legge parla chiaro: affidamento condiviso, bigenitorialità, pari ruolo educativo.
Ma troppo spesso, nelle aule di Tribunale, queste parole restano solo sulla carta.
Si assiste ancora a decisioni figlie di vecchi pregiudizi:
Il padre visto come figura “secondaria”
La madre considerata “genitore naturale prevalente”
L’assegnazione della casa quasi automatica
Il diritto di visita ridotto a poche ore “a discrezione”
E, come se non bastasse, un mantenimento che continua anche quando il padre ha perso tutto
– talvolta perfino dopo la morte, attraverso la successione dei debiti.
Il risultato?
Padri che vivono lontani dai figli, costretti a giustificarsi continuamente, trattati come ospiti nella vita dei propri bambini.
E non si tratta di casi isolati.
È un fenomeno strutturale, radicato, che si perpetua da decenni.
Il problema non sono le madri.
Il problema è un sistema che:
presume che l’affetto materno sia “più autentico”
e che il padre sia “funzionale”, un portafoglio, un accompagnatore.
Questo non è diritto di famiglia.
Questo è un errore culturale.
E come ogni errore culturale, può essere combattuto solo con consapevolezza e coraggio:
📌 I padri non chiedono privilegi.
Chiedono solo di essere padri.
Se anche tu stai vivendo una situazione di ingiustizia familiare, puoi contattarmi scrivendomi a
avvocatodeipapa@gmail.com
Difesa dei Padri Separati.