In quest'ultima puntata di "Sei passi per il domani" andiamo in Kenya per scoprire la rete degli agri-hub creati da Eni: come sono nati, come funzionano, quali sono i vantaggi che portano anche a livello economico e sociale.

I prodotti agricoli che confluiscono negli agri-hub vengono coltivati su terreni marginali, degradati o non in competizione con la filiera alimentare. Il primo impianto, creato nel 2022, ha una capacità di 15mila tonnellate all’anno. Ma l’obiettivo è arrivare a un target di produzione di 200mila tonnellate al 2026.

Un episodio dedicato all’approfondimento di un tema di grande attualità: la cd. “mobilità sostenibile”. Eni è in prima linea in questo settore attraverso Enilive, identity di Eni Sustainable Mobility, che ha l’obiettivo di fornire servizi e prodotti progressivamente decarbonizzati per la transizione energetica, accelerando il percorso verso la riduzione delle emissioni lungo l’intera filiera.

La società prevede attività molteplici: dalla bioraffinazione alla vendita di prodotti, servizi e soluzioni per la mobilità come il car sharing.

Biomasse da scarti e rifiuti, come gli oli alimentari esausti, e da coltivazioni su terreni non in competizione con la filiera alimentare: materie prime come queste sono alla base della produzione di biocarburanti come gli HVO (Hydrotreated Vegetable Oil). In questo episodio parliamo degli agri-feedstock che assicurano l’approvvigionamento sempre più sostenibile di materie prime per le bioraffinerie. Grazie a questi progetti vengono valorizzate aree non in competizione con la filiera alimentare e si genera un impatto positivo sugli agricoltori, che possono avere entrate dirette, sicure e nel lungo periodo.