Épisodes

  • 90- I “furbetti del quartierino” e l’estate delle scalate
    Dec 17 2025

    Nell’Italia del 2005, un bicchiere di sciacchetrà versato a Palazzo Chigi accende una stagione di finanza d’assalto. Da quell’episodio simbolico nasce una trama unica che intreccia tre scalate solo in apparenza separate: Antonveneta, BNL e RCS–Corriere della Sera. Rientrano i capitali dello scudo fiscale: liquidità opaca, senza volto, pronta a diventare leva di controllo. Credito facile, rastrellamenti silenziosi, patti riservati, “concerti” di prestanome: la trasparenza resta scenografia. I protagonisti—Gianpiero Fiorani, Emilio Gnutti, Stefano Ricucci, Giovanni Consorte—si muovono tra salotti, Borsa e politica. L’arbitro, Bankitalia di Antonio Fazio, appare troppo vicino al gioco. Non sono solo OPA e bilanci: è la cronaca a svelare reti, linguaggi e silenzi istituzionali. Il conto arriva a risparmiatori, reputazione del mercato e fiducia nelle istituzioni. Alla fine resta una domanda: chi controlla il controllore? E quanto costa a un Paese quando la fiducia si incrina? Aumentano premio di rischio, cinismo, e si allarga il divario.

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    54 min
  • 89- Quanto investiamo nel futuro? La spesa per l’istruzione [Ep.11]
    Dec 15 2025

    Quanto investono i Paesi nell’istruzione? In questo episodio leggiamo un grafico che misura la spesa pubblica per l’educazione in % del PIL (1990–2023): un indicatore che racconta capitale umano, crescita, disuguaglianza e mobilità sociale. Scoprirai perché non sono sempre le economie più ricche a spendere di più, e come scelte diverse producano risultati diversi: sistemi più inclusivi, oppure scuole a due velocità. Parliamo di trend globali, differenze tra Paesi e di un punto chiave: investire in educazione non è un costo, è una scommessa sul futuro produttivo e civile di una società.

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    13 min
  • 88- Spesa sanitaria: il prezzo della salute [Ep.10]
    Dec 15 2025

    Episodio 10. La forza di un sistema sanitario non si misura solo in miliardi spesi o in nuove tecnologie, ma in qualcosa di molto più concreto: quante persone sono lì per curarci.In questo episodio seguiamo un indicatore semplice e potentissimo: il numero di medici per mille abitanti, dal 1960 a oggi. Scopriamo una Svezia che sfiora i quattro medici per mille, un’Italia che ne ha moltissimi sulla carta ma troppo pochi negli ospedali, e un’Africa che spesso non arriva a uno. Tra questi estremi scorrono storie di carenze di personale, burnout, tagli, ma anche di programmi pubblici che portano dottori nelle periferie e di una “fuga dei cervelli” che dal Sud del mondo continua a spingere verso il Nord.Un viaggio nei dati che mostra come, dietro ogni curva, ci siano scelte politiche, investimenti in capitale umano e una domanda cruciale: chi si prenderà cura di noi nei prossimi decenni.

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    25 min
  • FIAT: dall’Italia a Stellantis – eredità di un gigante industriale [Ep.13]
    Dec 7 2025

    Episodio 13 – Il crollo Fiat: globalizzazione, crisi e attesa di un salvatore (2000–2003).All’inizio del nuovo millennio, la Fiat affronta la peggiore crisi della sua storia. L’arrivo di Paolo Fresco, primo leader esterno alla tradizione torinese, non basta a invertire il declino: gamma debole, perdita di quote di mercato, debiti crescenti. L’alleanza con General Motors porta liquidità ma non rilancio. Dopo l’11 settembre 2001, le vendite crollano e il gruppo avvia dismissioni e tagli. Nel 2003, Fresco e Cantarella lasciano; Umberto Agnelli assume la guida in modalità emergenziale. Con banche preoccupate e governance fragile, si attende un salvatore. Un nome emerge: Sergio Marchionne. La rinascita, però, sarà tutta da scrivere.

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    6 min
  • FIAT 1965–2003: lezioni di un impero industriale in crisi [Ep.12]
    Dec 7 2025

    Episodio 12 – L’eredità Fiat: il Novecento finisce a Torino?Alla fine degli anni ’90, la Fiat è una multinazionale diversificata, ma ha perso il radicamento torinese e la centralità simbolica che l’avevano resa il motore dell’industrializzazione italiana. Tra governance opaca, strategie altalenanti e spostamento del baricentro produttivo all’estero, il gruppo affronta una crisi di identità industriale. Il legame con Stato e sindacati si è raffreddato, mentre cresce il dubbio che l’auto non sia più un settore strategico. Con Gianni Agnelli prossimo al passo indietro e senza una leadership visionaria, il Novecento industriale si chiude lasciando un’azienda ancora grande, ma sola, e un Paese senza un modello chiaro per il futuro.

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    7 min
  • FIAT 1965–2003: alla vigilia della svolta Marchionne [Ep.11]
    Dec 7 2025

    Episodio 11 – Il tramonto di un’epoca: Fiat verso il XXI secolo (1996–1999).Alla fine degli anni ’90, la Fiat vive un passaggio delicato. Dopo l’era Romiti, il gruppo affronta una crescente pressione competitiva globale e un indebolimento del “modello Torino”. La strategia delle world car porta successi all’estero, ma in patria la quota di mercato cala. La governance si irrigidisce, le alleanze restano vaghe, l’innovazione discontinua. Investimenti in impianti come Melfi e Pratola Serra non bastano a invertire la rotta. Tra successi internazionali e identità frammentata, la domanda resta aperta: chi guiderà la transizione nel nuovo secolo? Il Novecento industriale italiano si chiude in un lento crepuscolo.

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    8 min
  • [Ep 9] Corruzione – Il costo invisibile del potere
    Dec 4 2025

    Ogni tangente è una tassa occulta sulla fiducia.In questo episodio di Viaggi nell’economia – Dentro i numeri, partiamo da due grafici per raccontare il lato nascosto dello sviluppo: la corruzione quotidiana e quella politica.Vedremo in quanti Paesi del mondo, dal Congo all’India, pagare per un certificato, una visita in ospedale o un permesso è routine; e come questo mina crescita, investimenti, servizi pubblici.Poi saliremo di quota, guardando all’indice di corruzione politica: quando sono le élite a piegare le regole, lo Stato smette di proteggere i cittadini e diventa parte del problema.L’Italia, sospesa tra Nord Europa e Sud del mondo, sarà il nostro caso di studio per capire quanto contino davvero istituzioni trasparenti, burocrazia imparziale e fiducia nello Stato.Perché dietro ogni linea di questi grafici ci sono scelte politiche, opportunità perdute e, soprattutto, la qualità della nostra democrazia.Numeri alla mano, proveremo a dare un prezzo all’onestà.

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    16 min
  • Piero Sraffa – L’economista dimenticato che sfidò il pensiero dominante
    Nov 29 2025

    Cambridge, autunno 1960. In uno studio pieno di libri, Piero Sraffa rilegge le ultime pagine di un libretto destinato a cambiare l’economia: “Produzione di merci a mezzo di merci”. Da qui parte il nostro viaggio nella vita di un economista schivo e radicale, che da Torino e dai dialoghi con Gramsci approda a Cambridge, nel cuore della rivoluzione keynesiana, tra Keynes, Wittgenstein e il “Circus”.Racconteremo come Sraffa rimette al centro produzione e sovrappiù, mostrando che prezzi, salari e profitti non sono il risultato neutrale dell’incontro tra domanda e offerta, ma dell’intreccio tra tecnica, potere e rapporti sociali. Dalle critiche al marginalismo alle controverse teorie del capitale, fino alle disuguaglianze di oggi: un episodio per capire perché, dietro ogni dibattito su salari, profitti ed extraprofitti, resta aperta una domanda scomoda ma decisiva: a chi va davvero il sovrappiù che produciamo? Un invito a guardare l’economia come scienza dei rapporti sociali.

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    43 min