• Alla scoperta dei comuni della provincia di Belluno

  • Auteur(s): Sara Balcon
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Alla scoperta dei comuni della provincia di Belluno

Auteur(s): Sara Balcon
  • Résumé

  • Alla scoperta di comuni della provincia di Belluno. Un progetto sostenuto dal consorzio BIM Piave.
    La scoperta della Provincia di Belluno procede attraverso un emozionante viaggio informativo tra i 60 Comuni, in cui la Provincia è suddivisa. In ogni singola puntata si andrà alla scoperta del patrimonio culturale, storico, artistico e paesaggistico del magnifico territorio bellunese, con lo scopo di rafforzare il legame tra la comunità locale e la nostra emittente radiofonica. Attrazioni culturali, artistiche, naturalistiche, luoghi di interesse, eventi culturali, tradizioni popolari, attività turistiche, aneddoti e curiosità ci permetteranno di conoscere meglio i diversi Comuni, di promuovere un turismo responsabile e di contribuire alla tutela, alla conservazione e alla conoscenza del bellissimo patrimonio bellunese. Anche la voce dei/delle Primi/e Cittadini/e ci aiuterà ad approfondire le peculiarità dei Comuni e a incoraggiare il turismo delle radici. L’auspicio dunque è che queste puntate possano essere per tutti i Bellunesi nel mondo un invito a ritrovare le proprie origini, alla scoperta dei luoghi, della cultura, delle tradizioni e dei sapori che caratterizzarono la vita dei propri avi.
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Épisodes
  • San Tomaso Agordino
    May 23 2024
    San Tomaso Agordino, il cui centro comunale si situa a un’altitudine di 1082 m, è uno dei sedici Comuni dell’Agordino. Questo meraviglioso Comune sorge principalmente sulla destra idrografica del Torrente Cordevole, arrampicato sulle ripidissime pendici della Catena dell’Auta, in posizione rialzata rispetto al vicino comune di Cencenighe Agordino, alla confluenza delle valli: Val Biois e Val Cordevole. Il Comune di San Tomaso Agordino è uno dei meno popolosi del Cuore delle Dolomiti; nonostante conti solamente seicentocinquanta abitanti, ha una superfice molto estesa. La caratteristica forse più evidente del Comune di San Tomaso Agordino è che la maggioranza del territorio comunale si colloca in marcata pendenza: il centro comunale, la frazione di Celat, si colloca a un’altitudine di 1082 m; l’abitato di Vare, situato sulle sponde del Cordevole, si trova più di 200 m più a valle (a 852 m). Canacéde, la frazione più alta del Comune, è invece situata a 1367 m. San Tomaso Agordino ha mantenuto anche nell’era della globalizzazione il suo aspetto genuino e tradizionale di piccola borgata dolomitica. Le abitazioni più moderne sono spesso affiancate ad antiche case in pietra e originali fienili in legno, i “tabià”, così come chiesette e sacelli, fontane e persino un pozzo: quello di Piaia. La costruzione più famosa di San Tomàs è indubbiamente il cosiddetto “Vaticano“, una grande dimora familiare situata nella frazione municipale di Celat, a pochi passi dalla piazza. Edificato agli inizi del XVIII secolo, il “Vaticano” di San Tomaso Agordino deve il soprannome alle dimensioni, particolarmente notevoli per il tempo e per il luogo. La facciata è meravigliosamente affrescata con gli ex voto tipici delle Dolomiti, e la struttura “a successive aggiunte” dell’edificio risulta molto curiosa e interessante da vedere. Il “Vaticano” rappresenta un eccellente esempio di architettura tipica autoctona delle Dolomiti. San Tomàs, inoltre, fu la dimora della potente famiglia degli Avoscano (o Avoscani), il cui rappresentante di spicco fu Guadagnino Avoscano, protagonisti della storia locale nel XIV secolo. Il grande castello della nobile famiglia, collocato nella frazione che ancora oggi porta il loro nome, Avoscan, seguì anch’esso la veloce ascesa e il conseguente declino della famiglia, scomparendo in silenzio; oggi, nulla rimane di quella costruzione se non la memoria storica. Oltre alle bellezze storiche, San Tomaso offre la possibilità di vivere esperienze uniche immersi nella natura. Basti pensare alla scarica di pura adrenalina che si può provare con la Zipline più alta delle Dolomiti. Il volo, garantito da moderni sistemi di sicurezza, è composto da due tratte continuative con una stazione intermedia. Si tratta di un’esperienza di circa cinquanta minuti di puro divertimento, ad una velocità massima di 80 km/h, per godere di un punto di vista inedito sul paesaggio circostante, sospesi sopra la vallata Agordina, tra il Civetta e le cime dolomitiche più affascinanti. Suggestivo è inoltre il Sentiero delle Dolomiti in miniatura. Grazie ad un progetto patrocinato dalla Fondazione Dolomiti UNESCO, artisti provenienti da tutto il mondo stanno scolpendo le cime Dolomitiche in blocchi di Dolomia del Serla, estratti dalla cava di San Tomaso. A partire dal 2017, ogni anno si aggiungono nuove sculture che permettono di apprezzare e riconoscere i profili e le forme delle più iconiche cime come le Tre Cime di Lavaredo, il “Cor”, la Civetta e la Marmolada. Accanto alle innumerevoli attività all’aperto, si aggiungono svariate possibilità offerte dallo sport indoor. Il Comune di San Tomaso Agordino, infatti, è fornito di una palestra di roccia indoor, la Vertik Area Dolomiti, altamente innovativa e destinata a divenire un’eccellenza nel settore dell’arrampicata sportiva. Accanto alla Vertik Area Dolomiti non si può dimenticare il Centro Polisportivo Arena 1082, una struttura coperta pensata per la pratica di sport al coperto quali calcetto, pattinaggio e hockey, ma anche per lo svolgimento di eventi sportivi, ricreativi e culturali.
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  • Rocca Pietore
    May 23 2024
    Situato nel cuore delle Dolomiti, ai piedi della Marmolada e cuore geografico delle Dolomiti Unesco, Rocca Pietore è il capoluogo dell’omonimo Comune, conta circa 1200 abitanti e, con i suoi settantasei chilometri quadrati di superficie, è uno dei più vasti dell’Agordino ed è una terra di rare bellezze paesaggistiche e naturali. In origine la denominazione del Comune era quella di Roccabruna e pare essere collegata all’esistenza di un maniero o di un fortilizio, oggi non più esistente, sul Sass de la Murada. Proprio questa costruzione giocava un ruolo molto importante nella difesa del territorio agordino e era in costante comunicazione con le vicine fortificazioni di Andraz e di Alleghe. Rocca Pietore è sicuramente uno dei Comuni a maggiore vocazione turistica e condivide la superficie della Marmolada, la Regina delle Dolomiti, con la vicina Val di Fassa in Trentino. A Rocca Pietore appartengono la parete sud, la stazione turistica di Malga Ciapela, la Funivia della Marmolada con le sue articolazioni in quota, Punta Rocca con la terrazza panoramica più alta delle Dolomiti e parte del ghiacciaio. Le attrazioni naturalistiche, a cui si aggiungono un’ottima offerta alberghiera, la possibilità di accedere alla pista più lunga del Dolomiti Superski (“La Bellunese”, con ben dodici chilometri di discesa da brivido), la presenza del più alto museo d’Europa (il Museo Marmolada Grande Guerra a 3000 m) e la celebre Sellaronda o Giro dei Quattro Passi, fanno di Rocca Pietore una delle mete più visitate dell’Agordino e delle Dolomiti. Non si possono dimenticare gli spettacolari Serrai di Sottoguda, situati ai piedi della Marmolada. Si tratta di uno stretto canyon scavato nella roccia dal lento lavorio del torrente Pettorina, lungo circa 2 km, dalle pareti di roccia alte centinaia di metri. Chiusi a seguito della devastazione causata nell’ottobre del 2018 dalla tempesta Vaia, se ne prevede la riapertura, a conclusione dei lavori di ripristino, per l’estate del 2024. Rocca Pietore vanta inoltre una storia di grande indipendenza politica e culturale rispetto alle grandi potenze dell’Europa, che dominavano i territori vicini. Per più di 400 anni, infatti, Rocca Pietore godette di un’indipendenza senza eguali nell’Agordino, rimanendo svincolata sia dalla Repubblica di Venezia che dal Tirolo. Si tratta del periodo della cosiddetta “Magnifica Comunità della Rocca”. La commistione culturale tra la tradizione veneziana da un lato e quella ladina dall’altro è molto sentita agli abitanti del Comune e si manifesta nella parlata, ma anche nelle tradizioni culinarie di luogo. Da non dimenticare le vicende della Prima Guerra Mondiale, che hanno interessato la Marmolada e divenute famose anche grazie alla mitica “Città di Ghiaccio”, ovvero un sistema di gallerie, oggi distrutte per il ritirarsi dei ghiacciai, che i soldati austroungarici realizzarono per rifornire la prima linea senza esporsi ai colpi dell’artiglieria italiana. Frazione molto affascinante di Rocca Pietore, soprattutto per le sue peculiarità architettoniche che sembrano richiamare un gusto orientale, è Bramezza. Secondo una leggenda, nelle prime fasi di vita della Repubblica di Venezia, in questi luoghi furono confinati i prigionieri ottomani, ai quali sarebbe da imputare la contaminazione architettonica propria di Bramezza. Al riguardo non ci sono prove, ma una suggestione sembra trovarsi nel toponimo della vicina Caracoi, molto simile al turco “Kara Koy”, ovvero “Villaggio Nero”. Vera o meno, la leggenda dei Turchi di Bramezza è capace di richiamare in questi luoghi molti curiosi visitatori. Dal 2018, il comune di Rocca Pietore è stato insignito del prestigioso riconoscimento di Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Questo prezioso riconoscimento certifica la qualità dell’accoglienza turistica nel Comune.
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    5 min
  • Chies Alpago
    May 23 2024
    Chies d’Alpago e il suo territorio inserito lungo la valle del Tesa, immissario del Lago di Santa Croce, dominato a nord da una lunga catena montuosa che va dal Monte Teverone al Monte Cavallo e che segna il confine con il vicino Friuli, è un ottimo punto di partenza per itinerari ed escursioni a piedi, in mountain bike o a cavallo. Chies sorge a 718 m di altezza e la sua sede municipale è a Lamosano, posto poco più a settentrione. Una delle più belle località del Comune di Chies, è rappresentata dalla Val Salatis che si addentra fino a oltre Casera Pian di Stele ed è un buon punto di partenza per escursioni sui rilievi circostanti: Monte Cavallo, Cima delle Vacche e Monte I Muri. Minerali, fossili, reperti paleoveneti, esemplari appartenenti al mondo animale che popolano la vallata dell’Alpago e le altre della Provincia di Belluno e reperti d’interesse botanico fanno parte del Museo di storia naturale a Chies, un’importante attrazione del luogo sotto il profilo naturalistico. Tra i reperti conservati nel Museo di Storia Naturale, spicca su tutti una mandibola di Odontoceto, una specie simile al delfino, che popolava l’antico mare dell’Alpago. La prima occupazione dell’area viene fatta risalire all’Età del Ferro, quando la conca dell’Alpago era una palude e i primi nuclei abitativi furono fondati sulle alture, come Clessum, Codenseanum, Lamosanum, Alpagos. Successivamente, con l’epoca longobarda nacque il sistema delle regole, una sorta di amministrazione del territorio, ancora oggi diffusa a Chies. In età comunale, tutto l'Alpago era governato da Belluno e nel 1324 fu eretto a contea sotto l'amministrazione di Endrighetto di Bongaio, che governava dal castello omonimo. È proprio nella frazione di Lamosano che si ergeva il castello di Endrighetto da Bongaio, di cui purtroppo oggi rimane solo qualche rudere. Il Castello del Bongaio è ricordato anche nello stemma comunale che, infatti, presenta raffigurata la torre del castello e accanto una pecora, emblema della pastorizia, principale sostentamento del paese che, ancora oggi, è largamente praticata.
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    3 min

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