Page de couverture de Centocelle vista da Pasquino e Gioacchino Belli

Centocelle vista da Pasquino e Gioacchino Belli

Centocelle vista da Pasquino e Gioacchino Belli

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Centocelle, oggi.
Pasquino è lì, appoggiato a un semaforo di Piazza dei Mirti, con il suo cartello di cartone. Accanto a lui, Gioacchino Belli, taccuino alla mano e sguardo ironico.
Insieme osservano il quartiere come se fosse un poema vivente.

“Ahò, ma che so’ ‘sti monopattini? Prima c’erano i cavalli, mò sti cosi elettrici!”
Belli annota e risponde in rima:

“Co’ ‘na spinta e ‘na batteria,
se gira Roma, pure la periferia!”

Pasquino, vedendo un murales su un palazzo di via dei Castani, sospira:
“Ecco qua, ‘sta è arte popolare… altro che affreschi antichi!”
E Belli ribatte:

“Se Michelangelo vedesse ‘sto muro,
direbbe: ‘Bravi, ma famolo sicuro!’”

Tra battute e stornelli, Centocelle diventa il palcoscenico di un dialogo impossibile tra passato e presente, dove la saggezza popolare incontra i meme di quartiere.
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