Villon, Rimbaud, Morrison: tre poeti erranti, tre maschere del linguaggio che brucia. In questo episodio raccontiamo l’intuizione iniziale del Circo Sinfonico, nata da un libro trovato per caso e diventata visione. Dal Quartiere Latino al Greenwich Village, un viaggio tra clown, veggenti e sciamani.

Dalla leggenda vivente al freak da palcoscenico: Elvis Presley negli anni '70 affronta la sua metamorfosi finale. Tra le luci di Las Vegas e le ombre della solitudine, il Re si sdoppia, si consuma, e infine si dissolve nel mito. Un viaggio nell'ultima fase della sua vita, dove la maschera cade e resta solo l'eco di una voce immortale.

Un ragazzo bianco del Mississippi, con una voce che vibra di gospel e blues, irrompe sulla scena musicale degli anni '50. Elvis Presley non è solo un cantante: è un corpo che danza, una maschera che incarna la musica afroamericana. In questo episodio, esploriamo come Elvis diventa il "clown sacro" del rock, un medium tra culture, un simbolo di fusione tra voce e corpo.

Jim Morrison non canta: evoca. Urla, si spoglia, cade in trance.
Il palco dei Doors è tempio e giungla, rito e rovina, soglia tra i mondi.È clown sacro e sciamano elettrico, poeta-voleur posseduto dalla visione.Nel Circo Sinfonico, Morrison brucia e ci guida oltre la porta dell’ignoto.

Nel 1975 Bob Dylan si trucca da mimo e crea un tour leggendario: la Rolling Thunder Revue.Una carovana di poeti, musicisti e visioni che attraversa l’America come un circo errante.Palchi improvvisati, maschere, racconti e riti collettivi trasformano il rock in teatro vivente.Un viaggio tra mito, travestimento e resistenza poetica.

Bob Dylan è il menestrello moderno, errante e inafferrabile, cantore di storie e metamorfosi. In questo episodio lo seguiamo lungo le sue infinite trasformazioni: poeta, clown, profeta, cowboy, trickster. Dylan non si lascia catturare: ogni canzone è una maschera, ogni mutamento un atto poetico. È il funambolo della parola, il narratore che si nega per restare sempre vivo.

In questo episodio esploriamo Freddie Mercury come archetipo del Fool: figura errante, sacra e giocosa, che danza sull’orlo del vuoto con uno scettro trasformato in microfono. Un viaggio tra tarocchi, teatro e rock, tra maschera e verità, fino alla copertina visionaria di Innuendo. Mercury non interpreta: incarna. Non regna: gioca a farlo. E nel farlo, trasforma la scena in un rito.

Un viaggio tra maschere, metamorfosi e visioni teatrali. In questo episodio esploriamo la figura del mimo cosmico, simbolo del rock come linguaggio trasformista, dove ogni identità è un travestimento e ogni canzone una scena sotto il tendone delle illusioni.