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Esperimenti Bio, Psico, Sociali: Le Chiavi per Comprendere il Comportamento Umano

Esperimenti Bio, Psico, Sociali: Le Chiavi per Comprendere il Comportamento Umano

Auteur(s): Luca Mecca
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In questo ciclo di puntate vedremo esperimenti biopsicosociali molto interessanti. Ad esempio, vedremo l'esperimento sul conformismo di Asch o sulla violenza di Zimbardo, ma anche tanti altri esperimenti. Questi esperimenti ci danno le chiavi di lettura per capire un po' meglio il comportamento umano e dunque avere degli strumenti, intendo proprio dei tool, grazie ai quali retroagire al momento scaturente la scintilla che porta al processo mentale, che porta all'azione.Luca Mecca Science Sciences sociales
Épisodes
  • Dilemma del prigioniero iterato
    Dec 12 2025

    Nella puntata di oggi parliamo del dilemma del prigionieroiterato, un esperimento chiave nella teoria dei giochi. Maprima, cos’è il dilemma del prigioniero?

    Immaginate due sospetti arrestati per un crimine. La polizia li interrogaseparatamente e propone un accordo: se uno confessa e l’altro no, chi tradisceè libero e l’altro prende la pena massima. Se entrambi confessano, entrambiprendono una pena media. Se nessuno confessa, la pena è minima. Il punto è che lascelta migliore per ciascuno da solo può portare a un risultato peggiore perentrambi: qui nasce il “dilemma”.

    Negli anni ’80, Robert Axelrod ha fattoripetere questo gioco più volte – la versione iterata del dilemma delprigioniero – e la strategia vincente è quella detta “titfor tat”. Funziona così: si inizia cooperando e poi si copia lamossa dell’altro. Semplice e “giusta” nel lungo periodo.

    Questo esperimento ci insegna qualcosa di profondo sulla cooperazionee la reciprocità e si collega alle intuizioni del premio Nobel JohnNash sulla teoria dei giochi in generale.

    Nash ci ha mostrato che in ogni gioco strategico c’è almeno un equilibrio –quello stato in cui nessun giocatore ha incentivo a cambiare strategia da solo.Nel dilemma del prigioniero, l’equilibrio classico senza iterazioni è la noncooperazione, ma ripetendo il gioco emerge una logica diversa: reagire diventala scelta più vantaggiosa.

    Potremmo saltare alle conclusioni e collaborare con chi collabora eviceversa…ma non c’è il libretto delle istruzioni della vita e neanche unameccanica applicazione del dilemma, alla vita vera.

    Si agisca cum grano salis.

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    2 min
  • La Psicologia della Persuasione: L'Esperimento della Porta in Faccia
    Dec 6 2025

    Parliamo dell'esperimento della porta in faccia di Cialdini, una strategia di persuasione in cui una richiesta iniziale eccessiva rende più probabile l'accettazione di una richiesta successiva più ragionevole. Esploriamo come questo meccanismo influenzi le nostre decisioni in modo quasi inconsapevole.

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    1 min
  • Esperimento del falso paziente (Rosenhan, 1973)
    Nov 28 2025

    Nel 1973 lo psicologo David Rosenhan condusse uno degli esperimenti più controversi della storia della psicologia: “On Being Sane in Insane Places”, cioè “Essere sani in luoghi di follia”.

    Rosenhan e sette collaboratori decisero di testare l’affidabilità delle diagnosi psichiatriche. Come? Fingendosi pazienti.
    Ognuno di loro si presentò in diversi ospedali psichiatrici degli Stati Uniti, dichiarando di sentire voci indistinte che dicevano parole come “vuoto”, “sordo”, “colpo”.
    Nient’altro. Nessun altro sintomo.

    Tutti e otto vennero ricoverati con diagnosi di schizofrenia o disturbo maniaco-depressivo.
    Una volta dentro, smetterono di simulare e si comportarono normalmente, ma — incredibilmente — nessun medico si accorse che fossero sani.
    I ricoveri durarono in media 19 giorni, e uno dei falsi pazienti rimase dentro quasi due mesi.

    Solo gli altri pazienti sembrarono intuire la verità: molti dissero ai “nuovi arrivati” cose come “tu non sei malato, sei un giornalista o uno scienziato”.

    Quando Rosenhan rivelò i risultati, la comunità psichiatrica rimase scossa.
    Un grande ospedale lo sfidò: “Mandaci dei falsi pazienti, li riconosceremo tutti”.
    Nei mesi successivi, i medici indicarono 43 sospetti impostori.
    Ma la verità? Rosenhan non aveva mandato nessuno.

    L’esperimento dimostrò che il contesto influenza enormemente la percezione della normalità e della follia.
    Una volta che un individuo è etichettato come “malato”, ogni suo comportamento viene reinterpretato alla luce di quella diagnosi.

    Un esperimento che mise in crisi la psichiatria tradizionale e aprì il dibattito sulla soggettività delle diagnosi, sull’uso delle etichette e sulla dignità dei pazienti.

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