• Dilemma del prigioniero iterato
    Dec 12 2025

    Nella puntata di oggi parliamo del dilemma del prigionieroiterato, un esperimento chiave nella teoria dei giochi. Maprima, cos’è il dilemma del prigioniero?

    Immaginate due sospetti arrestati per un crimine. La polizia li interrogaseparatamente e propone un accordo: se uno confessa e l’altro no, chi tradisceè libero e l’altro prende la pena massima. Se entrambi confessano, entrambiprendono una pena media. Se nessuno confessa, la pena è minima. Il punto è che lascelta migliore per ciascuno da solo può portare a un risultato peggiore perentrambi: qui nasce il “dilemma”.

    Negli anni ’80, Robert Axelrod ha fattoripetere questo gioco più volte – la versione iterata del dilemma delprigioniero – e la strategia vincente è quella detta “titfor tat”. Funziona così: si inizia cooperando e poi si copia lamossa dell’altro. Semplice e “giusta” nel lungo periodo.

    Questo esperimento ci insegna qualcosa di profondo sulla cooperazionee la reciprocità e si collega alle intuizioni del premio Nobel JohnNash sulla teoria dei giochi in generale.

    Nash ci ha mostrato che in ogni gioco strategico c’è almeno un equilibrio –quello stato in cui nessun giocatore ha incentivo a cambiare strategia da solo.Nel dilemma del prigioniero, l’equilibrio classico senza iterazioni è la noncooperazione, ma ripetendo il gioco emerge una logica diversa: reagire diventala scelta più vantaggiosa.

    Potremmo saltare alle conclusioni e collaborare con chi collabora eviceversa…ma non c’è il libretto delle istruzioni della vita e neanche unameccanica applicazione del dilemma, alla vita vera.

    Si agisca cum grano salis.

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  • La Psicologia della Persuasione: L'Esperimento della Porta in Faccia
    Dec 6 2025

    Parliamo dell'esperimento della porta in faccia di Cialdini, una strategia di persuasione in cui una richiesta iniziale eccessiva rende più probabile l'accettazione di una richiesta successiva più ragionevole. Esploriamo come questo meccanismo influenzi le nostre decisioni in modo quasi inconsapevole.

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  • Esperimento del falso paziente (Rosenhan, 1973)
    Nov 28 2025

    Nel 1973 lo psicologo David Rosenhan condusse uno degli esperimenti più controversi della storia della psicologia: “On Being Sane in Insane Places”, cioè “Essere sani in luoghi di follia”.

    Rosenhan e sette collaboratori decisero di testare l’affidabilità delle diagnosi psichiatriche. Come? Fingendosi pazienti.
    Ognuno di loro si presentò in diversi ospedali psichiatrici degli Stati Uniti, dichiarando di sentire voci indistinte che dicevano parole come “vuoto”, “sordo”, “colpo”.
    Nient’altro. Nessun altro sintomo.

    Tutti e otto vennero ricoverati con diagnosi di schizofrenia o disturbo maniaco-depressivo.
    Una volta dentro, smetterono di simulare e si comportarono normalmente, ma — incredibilmente — nessun medico si accorse che fossero sani.
    I ricoveri durarono in media 19 giorni, e uno dei falsi pazienti rimase dentro quasi due mesi.

    Solo gli altri pazienti sembrarono intuire la verità: molti dissero ai “nuovi arrivati” cose come “tu non sei malato, sei un giornalista o uno scienziato”.

    Quando Rosenhan rivelò i risultati, la comunità psichiatrica rimase scossa.
    Un grande ospedale lo sfidò: “Mandaci dei falsi pazienti, li riconosceremo tutti”.
    Nei mesi successivi, i medici indicarono 43 sospetti impostori.
    Ma la verità? Rosenhan non aveva mandato nessuno.

    L’esperimento dimostrò che il contesto influenza enormemente la percezione della normalità e della follia.
    Una volta che un individuo è etichettato come “malato”, ogni suo comportamento viene reinterpretato alla luce di quella diagnosi.

    Un esperimento che mise in crisi la psichiatria tradizionale e aprì il dibattito sulla soggettività delle diagnosi, sull’uso delle etichette e sulla dignità dei pazienti.

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  • La Difficolta ad entrare in un gruppo
    Nov 24 2025

    Perché più fatichi per ottenere qualcosa… più la ami?
    Lo spiega il celebre esperimento di Aronson & Mills (1959): le persone che affrontano prove più dure per entrare in un gruppo finiscono per giudicarlo migliore, anche quando il gruppo… non vale niente.
    È dissonanza cognitiva pura: se ho sofferto, non posso accettare che non ne valga la pena.
    E lo stesso meccanismo vale per liste d’attesa, massoneria, lusso, Rolex e scarsità nel marketing.
    Non compriamo solo l’oggetto. Compriamo la fatica di ottenerlo.
    #psicologia #sociologia #marketing #consumerbehavior #dissonanzacognitiva #lusso #luxurymarketing #scarcitymarketing #rolex #behavioralscience #economiapsicologica #socialpsychology #luxuryindustry #brandstrategy #italiancreator

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  • Marina Abramovic: Rhythm 0
    Nov 18 2025

    Nella puntata di oggi parliamo della performance di MarinaAbramovic: Rhythm 0.

    Non si tratta di un vero e proprio esperimento sociale e nonè stato condotto con i crismi e le accrotezze, di altri esperimenti sociali dicui abbiamo parlato – Zimbardo, ad esempio - ma è comune opinione che abbiadimostrato che la violenza è parte della natura umana e che quando viene toltala responsabilità, l’essere umano può trasformarsi rapidamente.

    Di cosa si tratta:

    Nel 1974, a Napoli, l’artista serba Marina Abramovićmise in scena una performance che divenne uno dei più inquietanti esperimentisul comportamento umano.
    Si chiamava Rhythm 0.

    Su un tavolo c’erano 72 oggetti: piume, miele,fiori… ma anche forbici, coltelli e una pistola carica.
    Accanto, un cartello:

    “Sul tavolo ci sono oggetti che potete usare su di me come volete.
    Io sono l’oggetto.”

    Per sei ore, Marina restòimmobile, completamente passiva, lasciando che il pubblico decidesse cosafarle.
    All’inizio, le persone erano timide, gentili. Le offrivano una rosa, un bacio,le spostavano i capelli.
    Ma col passare del tempo, la situazione degenerò.
    L’assenza di regole e la certezza dell’impunità liberarono l’aggressività piùprofonda.
    Le strapparono i vestiti. La ferirono con le lame. Uno spettatore le puntò lapistola alla testa, mentre un altro gliela tolse di mano.

    Alla fine delle sei ore, quando l’Artista si mosse, la folla… fuggì.
    Nessuno riuscì a sostenere lo sguardo della persona che avevano ridotto a unoggetto.

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  • Zimbardo: Esperimento Carcerario di Stanford (1971)
    Nov 15 2025

    Esperimento carcerario di Stanford (1971)

    In questa puntata parliamo dell’esperimento carcerario di Stanford, ideato nel 1971 da ZIMBARDO.

    L’obiettivo era studiare come cambia il comportamento umano quando si entra in un ambiente carcerario, anche solo simulato.

    Zimbardo selezionò 24 studenti universitari, tutti ritenuti sani, equilibrati, senza precedenti. Li divise casualmente in due gruppi: guardie e prigionieri.

    Nel seminterrato dell’Università di Stanford venne ricreato un vero carcere: ruoli, celle, corridoi, uniformi, regole, numeri al posto dei nomi.

    All’inizio, sembrava solo un gioco di ruolo. Ma nel giro di poche ore la situazione degenerò.

    Le guardie iniziarono a mostrare comportamenti autoritari e sadici, mentre i prigionieri si sottomisero, alcuni mostrando segni di stress, ansia e depressione.

    Il potere, anche se simulato, aveva trasformato ragazzi comuni in figure oppressive, autoritarie, sadiche e crudeli.

    L’esperimento di due settimane fu interrotto dopo soli sei giorni, a causa dell’eccesso di violenza e di autoritarismo. Le cose stavano andando fuori controllo.

    Zimbardo stesso ammise di essersi lasciato trascinare dal ruolo di “direttore del carcere”, perdendo l’obiettività dello scienziato.

    L’esperimento ha dimostrato che la natura umana è fondamentalmente crudele, sadica e violenta e che i ruoli sociali e le situazioni possono plasmare l’identità individuale fino a cancellarla.


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    2 min
  • Esperimento sul Conformismo di Asch (1951)
    Nov 15 2025

    In questa puntata parliamo di conformismo, conformismo sociale e suggestionabilità e lo

    faremo partendo da un esperimento su umani vivi. Scherzo naturalmente.

    È un esperimento dove succede questo: ai partecipanti vengono mostrate quattro linee: una linea di

    riferimento, a sinistra, e tre linee di confronto. A destra.

    Il compito è dire quale tra le tre linee di destra ha la stessa lunghezza di quella di sinistra.

    La risposta è piuttosto semplice.

    Ma il gruppo è composto da 6 persone, di cui 5 sono complici e 1 solo – il penultimo con la

    maglietta bianca – è il soggetto ignaro.

    I complici forniscono apposta risposte sbagliate. Invece di dire 1, il gruppo dice 2, e quando tocca

    al nostro soggetto ignaro, lui si conforma e dice 2 (two) anche lui.

    Asch osserva che circa il 75% delle persone si conforma almeno una volta alla risposta sbagliata

    del gruppo.

    Solo una minoranza, quindi, mantiene il proprio giudizio in modo autonomo.

    L’esperimento di Asch dimostra il conformismo: anche di fronte all’evidenza dei nostri occhi e a

    dati oggettivi e semplici, la pressione sociale, il gruppo, può modificare addirittura la

    percezione e le risposte individuali

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    1 min
  • Esperimenti Bio, Psico, Sociali: Le Chiavi per Comprendere il Comportamento Umano
    Nov 15 2025

    Nelle prossime puntate vedremo esperimenti biopsicosociali molto interessanti. Ad esempio, vedremo l'esperimento sul conformismo di Asch o sulla violenza di Zimbardo, ma anche tanti altri esperimenti. Questi esperimenti ci danno le chiavi di lettura per capire un po' meglio il comportamento umano e dunque avere degli strumenti, intendo proprio dei tool, grazie ai quali retroagire al momento scaturente la scintilla che porta al processo mentale, che porta all'azione. In questo modo poi possiamo andare a capire perché si acquista questo prodotto oppure quello, perché si dà importanza a questa e non a quell'altra cosa.


    Parliamo degli esperimenti biopsicosociali più significativi che ci aiutano a comprendere il comportamento umano, analizzando casi come quelli di Arch sul conformismo e Zimbardo sulla violenza, per capire le dinamiche che guidano le nostre azioni e scelte.


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