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Giulio Guarini: condividere per costruire un futuro giusto

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Un dialogo con Giulio Guarini sull’importanza di riformare i sistemi economici, promuovere giustizia sociale e orientare l’innovazione verso sostenibilità e benessere condiviso.

Oggi ai microfoni di Unica Radio abbiamo avuto il piacere di intervistare Giulio Guarini, professore ordinario di economia politica all’Università della Tuscia e docente in diverse università internazionali. Coordinatore di un dottorato in economia, consulente per enti pubblici e istituzioni, Guarini ha dedicato la sua carriera a studiare sviluppo economico, transizione ecologica, innovazione e disuguaglianze.

Nel suo recente lavoro con Alex Zanotelli, Guarini propone il concetto di “economia sabbatica”, ispirato alla legge biblica dello Shabbat e al Giubileo: un’economia fondata non sull’accumulo, ma sulla condivisione e sulla giustizia. Ogni tot anni, come accadeva anticamente, il sistema economico dovrebbe “rimettersi in pari” per evitare l’ampliarsi delle disuguaglianze, causa anche di instabilità politica.

Innovazione, ambiente e giustizia sociale

Parlando di innovazione tecnologica, Guarini sottolinea che non tutto ciò che è nuovo è automaticamente un bene. Occorre discernere ciò che porta progresso da ciò che genera costi sociali e ambientali elevati. L’innovazione, afferma, deve essere orientata alla cura dell’ambiente e alla distribuzione equa del sapere. Il caso dei vaccini durante la pandemia ha dimostrato come la conoscenza concentrata in pochi luoghi limiti lo sviluppo globale.

L’università, secondo Guarini, ha un ruolo fondamentale: formare studenti capaci di spirito critico, presentando l’economia non come una tecnica neutra, ma come una scienza sociale fatta di teorie diverse e visioni alternative. Solo così si possono creare future generazioni consapevoli, etiche e attente alla sostenibilità.

Riformare finanza e proprietà per il bene comune

Guarini definisce la finanza speculativa un “peccato strutturale” e propone riforme che la rendano strumento di sviluppo economico reale. Tra queste: separare le banche commerciali da quelle di investimento, e affrontare il problema globale del debito dei Paesi in via di sviluppo.

Infine, richiama il principio della destinazione universale dei beni: la proprietà privata deve conciliarsi con il bene comune. Solo una redistribuzione equa dell’abbondanza può evitare crisi sistemiche e garantire stabilità. Serve un cambiamento culturale e politico che consideri la condivisione non come utopia, ma come scelta praticabile e necessaria per il futuro.

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