
La balla della guerra “chirurgica”
Échec de l'ajout au panier.
Veuillez réessayer plus tard
Échec de l'ajout à la liste d'envies.
Veuillez réessayer plus tard
Échec de la suppression de la liste d’envies.
Veuillez réessayer plus tard
Échec du suivi du balado
Ne plus suivre le balado a échoué
-
Narrateur(s):
-
Auteur(s):
À propos de cet audio
L’esercito ha confermato l’esistenza del database, poi ha provato a ritrattare: lo stesso zig-zag che da due anni accompagna i numeri degli “operativi eliminati”, gonfiati e sgonfiati senza coerenza mentre i numeri crescevano. Persino membri della commissione Esteri e Difesa della Knesset hanno messo in dubbio quei conteggi; l’ex Ombudsman dei soldati, Itzhak Brik, parla di una cultura della menzogna: «mentono senza sosta».
Il quadro operativo, intanto, racconta regole di ingaggio slargate: autorizzati più di cento civili uccisi per colpire un comandante di Hamas, fino a venti per un quadro intermedio. È la matematica del “danno collaterale” che diventa politica pubblica, con un rapporto di vittime civili rarissimo nelle guerre contemporanee.
Bugie insanguinate: ogni volta che emerge un fatto o un numero, l’ipocrisia genocidiaria si svela da sé. La “guerra chirurgica” era un comunicato con l'ossessione di far tornare le cifre prima che tornasse la verità. Se perfino i dati interni israeliani convergono sul massacro di civili, resta una domanda secca: quante altre smentite serviranno perché si ammetta che la strategia ha preso di mira un popolo più che un esercito?
#LaSveglia per La Notizia
Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Pas encore de commentaire