
Non è la vittoria del No se pol, ma quella del buon senso
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Il Tribunale Amministrativo del Friuli Venezia Giulia (TAR) ha accolto i ricorsi presentati da residenti e associazioni ambientaliste, portando all'annullamento delle procedure ambientali relative al progetto.
La sentenza ha stabilito che la presunta riduzione dell'1.3% del traffico veicolare che l'ovovia avrebbe generato non costituisce un "imperante interesse pubblico" tale da giustificare la deroga al divieto di costruzione in aree Natura 2000 e Zone di Protezione Speciale, come il Bosco Bovedo, che sarebbe stato disboscato.
L'articolo critica inoltre la giustificazione dell'Azienda Sanitaria ASUGI, considerata "decisamente opinabile", che aveva avallato il progetto senza studi epidemiologici concreti.
Le amministrazioni regionale e comunale si trovano ora di fronte a tre opzioni: rinunciare al progetto, appellarsi al Consiglio di Stato o riavviare gli iter. L'autrice sottolinea che l'impugnazione al Consiglio di Stato sarebbe un "suicidio politico" data la palese impopolarità dell'opera (il 73% dei cittadini si era espresso contro).
Questo episodio è emblematico per il Patto per l'Autonomia, evidenziando come il modello "top down" di governo del territorio sia inefficace e contrario ai valori di autonomia e autodeterminazione, riaffermando il principio "non si decida di noi senza di noi".
Il Passo Giusto è una iniziativa del Patto per l'Autonomia.
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