Épisodes

  • Se non paghi, Tuo figlio non lo vedi!
    Dec 10 2025

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    Se non paghi, non ti faccio vedere tuo figlio.
    Una frase che troppi padri si sentono ripetere.
    Una minaccia velata, a volte neppure tanto velata, che trasforma il diritto del minore a una relazione equilibrata con entrambi i genitori in una sorta di merce di scambio.

    Negli ultimi anni ho incontrato molti padri che arrivano in studio con lo stesso sguardo: quello di chi si sente messo all’angolo, giudicato, ricattato.
    Non perché sia un cattivo padre, ma perché la conflittualità di coppia viene scaricata sul rapporto genitore-figlio.

    La verità giuridica è semplice e non ammette interpretazioni: il diritto di visita non può mai essere subordinato al pagamento del mantenimento.
    Sono due piani diversi e autonomi.
    Lo ha chiarito più volte la giurisprudenza, richiamando un principio fondamentale: il minore non può essere privato della figura paterna per colpire economicamente l’altro genitore.

    Un padre non è un bancomat.
    Un padre è una presenza.
    Una guida.
    Un riferimento affettivo che la legge tutela, perché è nell’interesse del figlio, non dell’adulto.

    Se ti senti dire frasi come:“Se non versi subito, non lo vedi.”
    “Prima paghi, poi ne parliamo.” sappi che non sei tu a sbagliare.
    È la minaccia ad essere illegittima.

    Cosa puoi fare?
    – documentare tutto;
    – evitare reazioni impulsive (che vengono sempre strumentalizzate);
    – valutare un ricorso per garantire tempi di visita stabili;
    – chiedere un intervento del giudice quando l’altro genitore ostacola il rapporto.

    Obiettivo: ristabilire equilibrio, tutela e continuità affettiva.
    Perché un figlio ha diritto ad avere un padre presente, non un padre sotto ricatto.

    Se vivi una situazione simile e vuoi capire quali strumenti la legge ti mette a disposizione, posso ascoltarti e guidarti.
    Per contatti puoi scrivere a:

    info@bartolinistudiolegale.com

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    6 min
  • La famiglia nel Bosco
    Dec 3 2025

    Il caso della famiglia che viveva nel bosco, in questi giorni, è stato oggetto di notizia a livello nazionale. Una famiglia viveva nel bosco ed il Tribunale dei Minorenni ha ritenuto non adeguato tale stile di vita per i figli della coppia che gli sono stati tolti. Analizziamo insieme le motivazioni che hanno portato a questa decisione cercando di comprenderne le ragioni giuridiche.

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    8 min
  • Le difficoltà di un padre separato
    Nov 25 2025

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    Essere padre dopo la separazione non è semplice.

    La separazione non incide solo sugli aspetti economici o organizzativi:
    ridefinisce un ruolo, mette in discussione identità, abitudini, rapporto con i figli.

    Molti padri si trovano di fronte a difficoltà che spesso vengono sottovalutate o, peggio, ignorate:

    Riduzione del tempo con i figli → vedere un figlio “a orari” non è naturale.
    Gestione dei sentimenti → senso di inadeguatezza, rabbia, paura di perdere il legame.
    Pressioni economiche → mantenimenti, spese straordinarie, casa familiare.
    Aspetti sociali → il pregiudizio ancora troppo radicato secondo cui “la madre è il genitore principale”.
    Conflittualità esasperata → quando la comunicazione con l’altro genitore diventa terreno di scontro.

    Ma la verità è una:
    Un padre resta padre sempre.
    Con dignità, responsabilità e presenza.

    Il diritto riconosce – e la giurisprudenza lo conferma – che il rapporto con il padre è parte essenziale del benessere del minore.
    Non è una concessione.
    Non è un favore.
    È un diritto del figlio e un dovere del padre.

    Rivendicare il proprio ruolo non significa “fare guerra”.
    Significa chiedere che la genitorialità venga rispettata.

    La separazione può essere un momento difficile, ma può diventare anche l’occasione per ricostruire:
    relazioni più sane, comunicazioni più corrette, un modo nuovo di essere presenti.

    Un padre non deve “dimostrare” di essere genitore.
    Deve semplicemente avere la possibilità di esserlo.


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    8 min
  • Tutela la tua Famiglia con il FONDO PATRIMONIALE
    Nov 18 2025

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    Fondo Patrimoniale: quando può davvero proteggere la famiglia?

    Il fondo patrimoniale è uno strumento giuridico previsto dagli artt. 167 e ss. c.c., attraverso il quale determinati beni (generalmente immobili, mobili registrati o titoli) vengono vincolati ai bisogni della famiglia.
    In altre parole: quei beni non possono essere utilizzati per finalità estranee alla vita familiare.

    È utile ricordare alcuni punti fondamentali:

    Finalità → Il fondo tutela i bisogni della famiglia: abitazione, istruzione dei figli, sostentamento del nucleo.
    Limite ai creditori → I beni vincolati non possono essere aggrediti da debiti sorti per scopi diversi da quelli familiari.
    Ma attenzione → Se il debito riguarda la gestione della famiglia, o il creditore dimostra la consapevolezza del vincolo, il fondo non protegge.
    Non è uno scudo assoluto → La giurisprudenza è chiara: chi utilizza il fondo per sottrarre beni all’esecuzione commette atti potenzialmente revocabili (art. 2901 c.c.) e, nei casi più gravi, può integrare condotte penalmente rilevanti (es. sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, art. 11 D.Lgs. 74/2000).

    Quando funziona davvero?
    Quando è costituito in tempi non sospetti, con beni realmente destinati alla famiglia, in contesti trasparenti e coerenti.
    Non quando si tenta di “metterli al sicuro” all’ultimo minuto.

    In sintesi:
    Il fondo patrimoniale può essere un efficace strumento di tutela del nucleo familiare, ma deve essere impostato correttamente e con cognizione giuridica.
    Diversamente, rischia di non proteggere nulla e di aggravare la posizione di chi lo ha costituito.


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    11 min
  • Pensione di reversibilità in caso di divorzio e nuove nozze
    Nov 11 2025

    Cosa accade alla pensione di reversibilità quando l'ex marito muore lasciando la ex moglie da cui si era divorziato e la nuova moglie? Come viene ripartita la pensione? Di questo ti parlerò in questa puntata.

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    5 min
  • Mio figlio non mi vuole più vedere!
    Nov 7 2025

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    Non serve gridare per distruggere un legame. A volte basta il silenzio. O una parola detta nel momento giusto, davanti alla persona sbagliata.

    L’alienazione parentale è quel processo – lento, sottile, ma devastante – attraverso cui un genitore condiziona il figlio fino a spingerlo a rifiutare l’altro genitore.

    Non è frutto di una notte.
    È una costruzione quotidiana: frasi allusive (“vedrai, tuo padre/non ti vuole”); manipolazioni emotive; racconti distorti; induzione del senso di colpa; sostituzione della figura genitoriale (“ora questo è il tuo nuovo papà / la tua nuova mamma”)

    E il risultato qual è?

    Un figlio che non sa più distinguere tra ciò che prova e ciò che gli è stato fatto credere di provare.

    L’art. 337-ter c.c. tutela il diritto del minore a mantenere un rapporto stabile, equilibrato e continuativo con entrambi i genitori.

    Quando un genitore: ostacola gli incontri; crea ostilità; avvelena la percezione; strumentalizza la fragilità emotiva del figlio....viola la legge e lede l’interesse superiore del minore.

    E questo non riguarda solo il genitore escluso. Riguarda il figlio, che subisce un danno psicologico profondo:
    il danno di essere privato di una parte della propria identità. È una ferita nell’anima di un bambino.**

    Chi pratica alienazione parentale non “vince”.
    Distrugge.

    Se sospetti di essere vittima di comportamenti alienanti, puoi contattarmi scrivendo a:

    avvocatodeipapa@gmail.com

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    18 min
  • Il danno endofamiliare
    Nov 3 2025

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    Non tutte le ferite si vedono.
    E non tutte le violenze lasciano lividi.

    Nel diritto di famiglia esiste un concetto spesso ignorato, ma di enorme rilevanza: il danno endofamiliare.

    Si tratta di quel pregiudizio morale, psicologico ed esistenziale che un componente della famiglia arreca all’altro, violando i doveri coniugali e genitoriali.
    Non parliamo di semplici incomprensioni o litigi: parliamo di violazioni profonde tali da ledere:

    • la dignità della persona

    • l’equilibrio affettivo e psicologico

    • il diritto a vivere relazioni familiari sane e rispettose

    Esempi tipici?

    • Denigrazione sistematica dell’altro genitore davanti ai figli

    • Ostruzionismo nei rapporti genitoriali (impedire un padre o una madre di vedere i figli)

    • Continuo controllo, ricatto emotivo, umiliazione

    • Alienazione genitoriale, anche quando negata o camuffata

    Questi comportamenti non sono “capricci”, né “questioni private”.
    Sono violazioni di legge.

    L’art. 337-ter c.c. tutela il diritto del minore a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori.
    Chi ostacola quel rapporto, lede il minore e lede l’altro genitore.

    Ed è da qui che nasce la risarcibilità del danno endofamiliare.
    Quando una madre decide di escludere l'altro dalla vita dei figli, non sta solo “punendo” l’ex partner: sta violando il diritto del minore a crescere con entrambe le figure di riferimento.

    Questo, giuridicamente, è un danno.
    E si può dimostrare.

    Se ritieni di aver subito comportamenti lesivi all’interno della tua famiglia o nella gestione dei figli puoi contattarmi scrivendomi a:


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    12 min
  • Padri Separati condannati da un sistema giudiziario medievale
    Oct 30 2025

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    “Se sei un padre separato, probabilmente conosci già la sensazione di essere colpevole fino a prova contraria.”

    Nel nostro ordinamento, la legge parla chiaro: affidamento condiviso, bigenitorialità, pari ruolo educativo.
    Ma troppo spesso, nelle aule di Tribunale, queste parole restano solo sulla carta.

    Si assiste ancora a decisioni figlie di vecchi pregiudizi:

    • Il padre visto come figura “secondaria”

    • La madre considerata “genitore naturale prevalente”

    • L’assegnazione della casa quasi automatica

    • Il diritto di visita ridotto a poche ore “a discrezione”

    • E, come se non bastasse, un mantenimento che continua anche quando il padre ha perso tutto
      – talvolta perfino dopo la morte, attraverso la successione dei debiti.

    Il risultato?
    Padri che vivono lontani dai figli, costretti a giustificarsi continuamente, trattati come ospiti nella vita dei propri bambini.

    E non si tratta di casi isolati.
    È un fenomeno strutturale, radicato, che si perpetua da decenni.

    Il problema non sono le madri.
    Il problema è un sistema che:

    • presume che l’affetto materno sia “più autentico”

    • e che il padre sia “funzionale”, un portafoglio, un accompagnatore.

    Questo non è diritto di famiglia.
    Questo è un errore culturale.

    E come ogni errore culturale, può essere combattuto solo con consapevolezza e coraggio:

    📌 I padri non chiedono privilegi.
    Chiedono solo di essere padri.

    Se anche tu stai vivendo una situazione di ingiustizia familiare, puoi contattarmi scrivendomi a
    avvocatodeipapa@gmail.com
    Difesa dei Padri Separati.

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    9 min