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La prima migrazione (6 milioni di anni fa)
- La nostra grande storia 2
- Narrated by: Guido Barbujani, Mario Tozzi
- Length: 53 mins
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Publisher's Summary
Quanto sono interrelate la storia della Terra e la storia dell'umanità? L'uomo è davvero la specie in cima alla piramide della vita? Con quale diritto ha conquistato questa posizione? L'utilizzo smisurato delle risorse dove ci porterà?
Queste solo alcune delle domande a cui il genetista Guido Barbujani e il geologo Mario Tozzi provano a dare una risposta, in un dialogo avvincente, fatto di punti di incontro e di scontro, di curiosi aneddoti e nuove scoperte scientifiche. Da due posizioni diverse ma complementari (quella dell'essere umano da un lato e quella del pianeta dall'altro) ricostruiranno La nostra grande storia, intrecciando la storia dell'uomo, iniziata milioni di anni fa in Africa quando i nostri lontani antenati sono scesi dagli alberi avventurandosi a passo ancora incerto nel grande mondo, con la storia della Terra, le sue trasformazioni e le vicende della geosfera e della biosfera - delle rocce e della materia vivente - che ha trasformato il globo in qualcosa di unico nel Sistema solare, se non nel cosmo intero.
Un racconto a due voci che in tono vivace e approccio scientifico mette in luce curiosità sui fenomeni naturali e sui comportamenti umani, sfata alcuni falsi miti, e lancia interessanti spunti di riflessione sulla nostra specie, sul concetto di evoluzione, razza, ecosistema, sulle straordinarie risorse e le pericolose minacce del nostro pianeta, i punti di forza e le debolezze dell'essere umano. Un podcast di Frame-Festival della Comunicazione.
La prima migrazione (6 milioni di anni fa)
Noi uomini siamo tutti figli di una catastrofe naturale: fu una grande eruzione vulcanica tra i 7 e i 6 milioni di anni fa a creare un'enorme spaccatura della crosta terrestre (la Rift Valley) che divise in due quella che prima era un'unica famiglia di scimmie. Il gruppo che rimase a Oriente, isolato nella savana, incominciò quel processo evolutivo che permise loro di scendere dagli alberi e di diventare sapiens, grazie a tre cambiamenti biologici decisivi: il passaggio al bipedismo (come ci raccontano le impronte degli Australopitechi di Laetoli), lo sviluppo della scatola cranica e della dimensione del cervello e la conseguente elaborazione del linguaggio.
Ma questo salto evolutivo non era poi così scontato: non sembra essere la preordinata esecuzione di un progetto, ma una risposta dell'organismo a condizioni ambientali diverse. Tanto più che i sapiens non erano ugualmente distribuiti sulla Terra, ma - e non per una naturale attrazione al pericolo - concentrati proprio laddove i disastri naturali erano più ricorrenti.